Bellezza senza tempo

Collezione "Omnia mea mecum porto"

Festina lente: espressione latina che esorta ad agire con determinazione e senza indugio dopo aver riflettuto attentamente su ciò che si sta per fare.

Hic manebimus optime: ("Qui staremo benissimo") è una frase divenuta famosa come espressione di determinazione.

La frase completa (“Signifer, statue signum, hic manebimus optime”) è attribuita dallo storico romano Tito Livio ad un centurione che, dopo l’incendio di Roma da parte dei Galli (390 a.C.), l'avrebbe pronunciata come esortazione per i propri compagni.

Queste parole, interpretate dai senatori come un ammonimento divino, li avrebbero dissuasi dal proposito di abbandonare la città.

Hic sunt leones: legenda presente nelle antiche carte geografiche per indicare le zone inesplorate.

Oggi espressione che, scherzosamente, accenna ad un luogo che nasconde insidie la cui natura è, tuttavia, ignota.

Lupus in fabula: espressione che si usa scherzosamente al sopraggiungere di una persona di cui si stava parlando.

Nomen omen: L’espressione allude al legame, che i Romani ritenevano profondo, fra il nome di una persona ed il suo destino o una sua caratteristica peculiare.

Quandoque bonus dormitat Homerus: invito ad essere indulgenti con chi, generalmente apprezzato per spirito, intelligenza o stile incorra in una brutta figura: anche ai migliori capita di sbagliare!

Rem tene: Il nostro “marchio di fabbrica”! Dal significato profondo ma breve e facile da ricordare è tratto dalla famosa massima di Catone il Censore: “Rem tene, verba sequentur” (Non darti pensiero di preparare in anticipo il discorso se padroneggi la materia della quale intendi parlare).

Urbs: "urbs" in latino significa "città" e "Urbs" sta ad indicare la città per antonomasia: Roma!

Io e te

Chi è consapevole di sé non teme gli altri ma, anzi, è curioso ed aperto al confronto ed alle contaminazioni.

E così anche persone diversissime e apparentemente lontane possono entrare in relazione, stringere legami e, passo dopo passo, diventare una comunità dove la felicità del singolo supporti quella di tutti e ne sia parte integrante.

Se poi questa comunità fosse grande come il mondo interno sparirebbero definitivamente violenze e soprusi, guerre e conflitti.

I processi storici sono lunghi e complessi ma per sostenere questa trasformazione epocale non servono doti straordinarie: basta decidere di uscire dall’oscuro labirinto di rassegnazione e paura in cui a volte ci rintaniamo e mostrare a tutti la nostra umanità, la qualità più preziosa che abbiamo, la marcia in più che può davvero fare la differenza.

E alla fine il risultato, quello sì, sarà clamoroso.

Il migrante

Noi e la Terra

Lo sci è forse l’unico sport che mi abbia appassionato davvero e se mi capita di rivedere alcune foto che mi ritraggono, bambino, sorridere con le guance arrossate accanto ad un bel pupazzo di neve a Roma, nel gennaio del 1985, non posso far a meno di riflettere con tristezza sul fatto che, fra trent’anni, i miei nipotini, con ogni probabilità, non potranno lanciarsi giù per il pendio con le racchette in pugno né sbizzarrirsi con carote, rametti e bottoni per semplice mancanza di materia prima.

La storia dell’umanità è costellata di intuizioni e conquiste in ogni campo.

Eppure, esattamente come succede a chi arrivi al successo senza essere in grado di guardarlo con il necessario distacco, abbiamo gradualmente perso il senso della misura e la coscienza del limite: quell’umiltà di fondo senza la quale, gli antichi lo sapevano bene, non c’è vera saggezza.

E così, senza ritegno, continuiamo a mortificare la casa, meravigliosa e fragile, che, da sempre, generosamente ci ospita.

La notte è buia, i fari spenti, il motore su di giri, la macchina lanciata a tutta velocità verso il precipizio.

La buona notizia è che lo sappiamo perfettamente e che intendiamo fermarci prima di cadere nel vuoto. Quella cattiva è che abbiamo la presunzione di aver individuato il ciglio del burrone.